From Sky Italia, a report on Boga Basket from Bologna, Italy:
L’apertura di Cesare Prandelli, la chiusura di Antonio Di Natale: l’omosessualità, e soprattutto l’opportunità di fare outing, nel calcio sono un tabù, molto più che in altri sport. E in Italia molto più che negli altri Paesi. Eppure, da noi, una squadra calcistica dichiaratamente gay esiste. Di più: esiste una polisportiva omosessuale, Bogasport di Bologna, che dopo le parole del ct ha deciso di applaudire quello che è “un piccolo passo avanti, perché il ct prende atto di un aspetto che rappresenta la normalità e lo abbiamo voluto rimarcare”, raccontano Vittorio Gaetano e Paola Antoniella, due dei responsabili della polisportiva. Boga sta per “Bologna gay”, appunto: una associazione affiliata alla Aics - che, su spinta del Boga, ha aperto la sezione Gaycs - e alla quale possono iscriversi tutti, gay e non: “Da noi vengono e si associano anche eterosessuali, senza nessun problema, siamo aperti a tutti. Ci accomunano però alcuni principi e un’identità gay o gay friendly, non matrici politiche. Soprattutto rappresentiamo un luogo ‘protetto’ in cui fare sport senza autoghettizzarsi. Qui abbiamo argomenti in comune, ma siamo un’associazione sportiva come tutte: lo sport è sport, le regole quelle sono, dunque…”
Tre anni fa, quando venne fondata la squadra di basket, il sostegno dato all’associazione dal presidente della Virtus Pallacanestro Claudio Sabatini mise il Boga Basket sotto i riflettori. La polisportiva, che aveva cominciato l’attività nel 2004 con la costituzione di una squadra di pallavolo, da allora è cresciuta: oggi può contare su oltre un centinaio di associati per cinque sezioni sportive, perché a volley e pallacanestro si sono aggiunti tennis, calcio e, buon ultimo, il ciclismo. “All’inizio dell’attività - racconta Gaetano - chi non conosceva la nostra realtà durante i tornei nemmeno si accorgeva dell’associazione o di cosa significasse ‘Boga’. Poi il nome ha preso a girare e la popolarità che ci ha dato il basket, dal sostegno della Virtus a quello di Dino Meneghin ha cominciato a farci identificare. Se prima partecipavamo soprattutto al circuito dei tornei lgbt, specie in quelli internazionali come gli Eurogay games o le Olimpiadi gay, ora siamo attivi anche nei tornei locali a diversi livelli, quelli Uisp e Csi per esempio. Omofobia? Magari la battuta facile c’è, ma problemi in questo senso non ne abbiamo mai avuti. Magari anche perché Bologna è una sorta di isola felice”.
Keep reading HERE.
No comments:
Post a Comment